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CHI SONO

Mi chiamo Filippo Campiotti e ho 29 anni. Sono nato a Bergamo, ho studiato e lavoro a Milano. Da due anni sono sposato con Laura e ho un figlio di nome Giacomo. Dopo la laurea in ingegneria al Politecnico di Milano, ho subito iniziato a lavorare in un’impresa edile. Oggi lavoro per una società che si occupa di infrastrutture.

LA MIA VISIONE DI POLITICA
E IL MIO IMPEGNO

Quando ero studente universitario ho scoperto la passione per la Politica. Da allora, il desiderio di conoscere il mondo e le persone intorno a me e di mettermi al loro servizio non mi ha più abbandonato. Questa passione mi ha portato dapprima a impegnarmi in diverse iniziative associazionistiche, poi a fare parte di Italia Viva. Da lì, la mia disponibilità ad accettare la candidatura per la Camera dei Deputati alle elezioni politiche del 25 settembre scorso nel collegio uninominale di Milano Nord, ed infine a candidarmi alle prossime elezioni Regionali della Lombardia del 12 e 13 febbraio 2023. Nel 2022 ho deciso insieme ad amici impegnati nel sociale di dare vita ad un’associazione che rappresentasse pienamente il nostro modo di sentire la politica. L’abbiamo chiamata Associazione Pragma. Ciò che ci unisce è una comune visione di quello che vogliamo sia la politica: dedizione senza nulla in cambio. Da questo desiderio nasce il modo con cui ci interessa partecipare alla vita della società. Qual è il metodo per affrontare i problemi dell’oggi? Dialogare instancabilmente con tutti alla ricerca di punti che emergano come positivi ed adeguati a rispondere alle tante sfide attuali. Ci interessa costruire relazioni perché siamo consapevoli che chi alza muri non potrà che rimanere paralizzato e insoddisfatto. Abbiamo la convinzione che non si debba mai partire da una posizione ideologica da difendere ma piuttosto da un lavoro da fare insieme.

I MIEI VALORI

Provengo dall’associazionismo cattolico e i valori che mi sono stati trasmessi ed in cui credo sono quelli della solidarietà e del rispetto della dignità della persona. Come padre e come cittadino, sono convinto che la chiave per costruire una società più giusta e libera sia quella di ipotizzare modelli ed iniziative che mettano al centro i talenti e la personalità di ognuno, senza cedere al pessimismo e al disinteresse di chi non vuole mai cambiare nulla. Credo che siano in molti a poter dare un contributo di valore nei diversi ambiti di cui è fatta la complessa vita di una società. E il vero compito della politica sta proprio qui: dare a ciascuno l'occasione e i mezzi per esprimere al meglio il talento e le energie che si ritrova.

L’inviolabile dignità di ogni persona in ogni ambito e momento della vita, la fraternità e la solidarietà, il principio di sussidiarietà, la promozione della libertà di coscienza, pensiero, religione ed educazione, nonché la centralità della scuola, della famiglia e del lavoro: è a partire da queste certezze che voglio affrontare tutti i problemi e le questioni che incontrerò.

 

 

REGIONALI 2023

Perché mi candido

Candidarsi per me significa trasformare la passione in impegno concreto. In tre parole: “scendere dal balcone” (Papa Francesco), non stare solo a guardare. Questo fa la differenza per sé e per gli altri: costruisce, crea, rinnova.

La Lombardia, oltre a essere casa mia, è una terra fantastica con tante potenzialità ed è certamente tra le eccellenze europee.

Nelle ultime legislature però abbiamo tutti assistito a un processo di involuzione della nostra splendida regione: è stato portato avanti un tentativo di mera gestione di ciò che già c’era, dimenticando di affrontare vecchi problemi e nuove sfide, credendo che fosse sufficiente fare andare avanti le cose come erano sempre state, forti delle importanti modernizzazioni dei primi anni 2000. Il risultato? Interruzione della crescita economica, calo di indici decisivi.

Da un punto di vista di performance economica e industriale, oggi la Lombardia rimane una delle regioni più importanti d’Europa. Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che, se altri “motori dell’Europa” sembrano aver cambiato marcia, quello lombardo è chiaramente “ingolfato”. A livello economico, la Lombardia gioca una partita europea (e ne siamo orgogliosi) ma ci sono ambiti in cui risulta ancora una regione “provinciale”: pensiamo a quanta fatica costi a un giovane l’ingresso nel mondo del lavoro e alla scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro (tra il 2013 e il 2019, solo tre regioni hanno visto il tasso di occupazione femminile crescere meno che in Lombardia, che al 2019 è la 7° regione d’Italia per partecipazione femminile al mercato del lavoro), alla difficoltà quotidiana del mondo della formazione, all’inverno demografico (tra il 2012 e il 2020 il numero di figli per donna è sceso del 16%), poi la sproporzione tra costo della vita - in particolare per le giovani famiglie - e gli stipendi dei primi anni nel mondo del lavoro. Precarietà è la parola che purtroppo sembra descrivere nel profondo la vita di tanti giovani e di tante giovani famiglie lombarde. I NEEts, i giovani non coinvolti in alcun percorso professionale, d’istruzione o di formazione, sono aumentati del 9% dal 2012 al 2020. Alcuni indicatori negli ultimi 10 anni, poi, sono particolarmente preoccupanti. Una recente ricerca ha stimato che quasi un anziano su 3 in Lombardia viva solo, e che quasi 260mila anziani non abbiano alcuna rete di supporto a disposizione (famigliari o badanti): questa è solo la punta di quell’enorme problema che si chiama individualismo, che porta a una forte solitudine sostanziale e latente nella società per il quale occorre pensare delle risposte.

Lascio volutamente per ultimo forse il problema più preoccupante: quello della sanità, che riguarda circa l’80% del bilancio della Regione. Non si può negare che sotto moltissimi punti di vista le cose sono peggiorate notevolmente negli ultimi 10 anni: tra il 2000 e il 2012 il numero di medici ogni 100.000 abitanti in Lombardia è cresciuto del 7,7%, tra il 2013 e il 2020 appena del 2%. Inoltre, la quota di spesa sanitaria coperta dalle famiglie in % al PIL è aumentata di circa il 10% tra il 2012 e la pandemia, dopo essere diminuita sensibilmente tra il 2000 e il 2010.

Chi vive e lavora oggi in Lombardia non può non percepire i segnali di un lento declino. Ma davvero possiamo solo assistere come spettatori a tutto questo? Siamo condannati a consegnare una Lombardia ingolfata e dimezzata alle generazioni future?
Sono convinto che la Lombardia possa essere (e tornare ad essere) un modello ambizioso e innovativo sia a livello nazionale che a livello europeo. Partecipare consapevolmente a questa tornata elettorale è il primo passo per non restare a guardare. Chi voterà si troverà davanti ad alcune scelte decisive.

REGIONALI 2023

Le tre scelte da fare

Il Presidente

Quale candidato Presidente mi rappresenta?

Partiamo da un’evidenza: il centro-destra davanti alle difficoltà evidenti degli ultimi anni non è stato in grado di formulare una nuova proposta politica che fosse attuale, credibile, moderata, liberale e popolare e oso dire audace. La destra si presenta alle elezioni uguale a se stessa, ma con un’aggravante di instabilità: il partito di maggioranza relativa sarà diverso dal partito di appartenenza del Presidente. Benvenuta ingovernabilità. Il centro-sinistra di Majorino è convinto che in Regione Lombardia sia tutto da buttare via e non ha l’onestà intellettuale di riconoscere che la nostra terra ha raggiunto livelli di eccellenza europea negli ultimi trent’anni. Si tratta piuttosto di una macchina da corsa da riavviare, non da rottamare. Non riconoscere il valore delle esperienze passate sarebbe un clamoroso autogol, proporsi programmaticamente di smantellarle un disastro. Dove trovare chi sappia valorizzare il passato e guardare con coraggio al futuro? In Letizia Moratti credo che la Lombardia abbia un’occasione da non perdere. Letizia Moratti infatti ha messo la sua indiscutibile esperienza al servizio di un progetto libero dalle pastoie degli schieramenti. È questo che mi ha convinto di lei: la consapevolezza che è urgente far ripartire la macchina per il bene dei Lombardi, e che questo compito richiede realismo, libertà e tempestività.

Il Partito

Quale progetto politico sostenere?

Il Terzo Polo propone una continuità sostanziale rispetto a come si è posto durante le elezioni politiche del 2022, sostenendo una candidata di valore e scegliendo un percorso autonomo, senza schiacciarsi da una parte o dall’altra sotto la minaccia della legge elettorale. Ho scelto il Terzo Polo perché è il progetto politico più credibile e innovativo sulla scena di oggi e perché ha l’ambizione e il coraggio di voler scrivere una pagina nuova per il nostro Paese e per l’Europa. Famiglia, lavoro, infrastrutture e istruzione dei giovani non possono più rimanere parole sulla carta ma devono diventare impegni e azioni concrete, come d’altronde è già stato fatto dai protagonisti della Federazione Azione-Italia Viva: Il Family Act a sostegno delle famiglie e delle giovani coppie è la dimostrazione che la politica può portare a compimento i propri progetti e può dare risposte concrete ai cittadini e ai problemi di questo Paese. Sostenere il Terzo Polo significa stare dalla parte di chi scende in campo per rinnovare i contenuti e la proposta politica, per prendere la Lombardia sul serio: esiste un altro voto utile? Prendere sul serio i problemi, cercando soluzioni a dispetto delle ideologie e degli schemi passati, coinvolgere attivamente chi ha qualcosa da dare alla costruzione: è per questo che il Terzo Polo è diventato il luogo più naturale per me.

Il Candidato

Chi voglio che mi rappresenti?

Le elezioni Regionali, dopo l’esperienza delle elezioni politiche di settembre 2022, sono la grande occasione di continuare un percorso di impegno serio e appassionato verso i temi che ritengo urgenti per il nostro territorio. Chi mi sosterrà potrà essere certo di votare qualcuno che è coinvolto in prima persona nelle questioni che affronterà, perché voglio iniziare da ciò che mi tocca come padre, come lavoratore e come cittadino: l’attenzione ai giovani, all’educazione, alle infrastrutture e alla sanità.

I MIEI TEMI

Formazione, Istruzione e Cultura

Il modo migliore per rispondere alle esigenze e ai bisogni dei giovani è quello di attuare politiche serie e trasversali di ampie vedute, e non progettare misure spot che servono solo a fare propaganda. Qui alcune proposte su istruzione e diritto allo studio nella nostra regione:

VALORE ALL’IeFP

Investire nell’Istruzione e Formazione Professionale in termini economici e culturali: rilanciare le competenze didattiche dei docenti tramite formazione, selezione e monitoraggio continuativi; rilanciare con un’adeguata sensibilizzazione il ruolo dell’IeFP, strappando a questa tappa della propria formazione la fama di percorso da serie C.

LIBERTÀ (VERA) DI EDUCAZIONE

Sostenere in ambito regionale la libertà di educazione attraverso la sperimentazione di un “costo standard” e relativo buono scuola, verso una parificazione effettiva fra scuole statali e non statali.

ALLOGGI PER GLI STUDENTI FUORI SEDE

Locazioni e strutture convenzionate per alloggi studenti fuori sede: semplificazione burocratica e flessibilità nei requisiti di accesso, possibile realizzazione di nuovi campus residenziali;

SOSTENERE CHI VUOLE CONOSCERE: DOTE GIOVANI

Dote Giovani Lombardia: contributo (analogo al “Bonus App 18” nazionale) a favore dei maggiorenni per l’acquisto di beni e l’accesso a servizi culturali, formazione, istruzione e orientamento;

L’ISTRUZIONE COME ASCENSORE SOCIALE

Sperimentare in sede regionale un più efficace incentivo alla qualità dell’istruzione come ascensore sociale, utilizzando i risultati delle prove INVALSI come strumento di monitoraggio dell’equità fra le classi (contro la pratica delle “classi di serie B”), al fine di formare classi con competenze di partenza equamente distribuite.

PIÙ BORSE DI STUDIO

Diritto allo studio: garantire i finanziamenti in borse di studio agli aventi diritto, eventualmente aumentare lo scaglione di reddito in fascia massima (attualmente fissato a: 24.000 euro Isee - 54.000 euro Ispe) in modo tale da estendere la platea di accesso a potenziali nuovi beneficiari.

I MIEI TEMI

Transizione Scuola/Università/Lavoro

E’ finito il tempo in cui, terminata la scuola dell’obbligo, iniziava la vita attiva del lavoro indeterminato fino al pensionamento: oggi formazione e lavoro si intrecciano e si rincorrono lungo tutta l’età attiva, per difendere la competitività del lavoro e rispondere alle sfide del presente.

TIROCINI EXTRACURRICOLARI

Riforma dei tirocini extracurriculari, materia di competenza regionale. L’obiettivo è di usarli come veri strumenti formativi e non come finti contratti di lavoro che non danno tutele ai giovani che entrano nel mondo del lavoro (retribuzioni, contributi, ferie, ecc.). Per far questo occorre limitare gli abusi, restringendo la platea di destinatari (solo i neolaureati e i soggetti fragili), responsabilizzare i soggetti che devono controllare la qualità dei piani formativi, limitare la durata e certificare le competenze acquisite al termine del periodo formativo.

APPRENDISTATO

Promozione dell’apprendistato come canale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, attraverso la diffusione dell’apprendistato duale e la valorizzazione della componente formativa dell’apprendistato professionalizzante;

COMPETENZE INFORMALI

Certificazione delle competenze informali acquisite dai giovani durante le esperienze di volontariato o altre in contesto di lavoro o familiare;

I MIEI TEMI

Giovani Famiglie

L’inverno demografico italiano non è dovuto solo a motivazioni economiche. Ciò nonostante, la Politica è chiamata a rimuovere tutte le difficoltà economiche e sociali che possono ostacolare il desiderio di creare una famiglia.

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER IMMOBILI

Contributi a fondo perduto per acquisto immobili per le “aree interne” per le giovani coppie e famiglie;

CONTRIBUTI PERIODO MATERNITÀ

Bando regionale per accesso a contributi di sostegno al reddito durante i periodi di maternità a favore delle giovani donne libere professioniste e lavoratrici autonome di sostegno.

NIDI GRATIS

Favorire l'adesione dei Comuni alla misura "Nidi Gratis" semplificando i requisiti di idoneità, per ampliare la platea di famiglie che possono accedervi; Ampliare la platea dei beneficiari della misura "Nidi Gratis" per gli asili nido, mediante innalzamento della soglia ISEE oppure, in ottica redistributiva, riducendo proporzionalmente le rette in base all’ISEE;

MUTUI GIOVANI

Garanzia regionale sul totale dei mutui di giovani famiglie per l’acquisto di immobili e relativo innalzamento della quota massima di riferimento (indicizzata al mercato immobiliare);

I MIEI TEMI

Infrastrutture e Mobilità

Vogliamo rimettere i cittadini al centro della politica regionale dei trasporti. La mobilità è il diritto del terzo millennio: custodirlo ed espanderlo è la chiave non solo per lo sviluppo economico ma anche per la realizzazione del bene comune.

BANDO PUBBLICO TRENI

Il servizio pubblico oggi svolto da Trenord deve essere messo a gara per ottenere una maggiore efficienza e liberarsi finalmente dell’annoso problema dei ritardi nelle nostre stazioni. Il meccanismo della competitività è l’unico che può davvero migliore la qualità del servizio;

RINNOVAMENTO INFRASTRUTTURE

Molte delle nostre infrastrutture sono vecchie, parecchie non sono controllate e necessitano di manutenzione. Le diverse competenze stradali lasciano senza padrone diversi ponti, in particolare nelle strade minori. Gallerie e crinali franosi delle strade dei nostri monti e delle nostri valli necessitano di maggiore attenzione. Serve una seria mappatura e classificazione per progettare interventi rapidi e sistemi di monitoraggio efficienti al fine di rendere sicure le nostre strade e scongiurare episodi gravi come quelli del recente passato.

I MIEI TEMI

Sanità

Una società sana è una società che si cura e che si prende cura dei propri malati: curare la persona è ben diverso da curare la malattia. Prevenzione, Territorialità e Parità di trattamento sono le tre parole chiave del futuro.

GETTONISTI E SOSTENIBILITÀ DEL SSN: UN CONTRATTO AD HOC PER I GIOVANI

Le attuali condizioni contrattuali come dipendenti, soprattutto nel SSN ma anche nel privato, spingono sempre più giovani medici a lavorare come gettonisti. Questo fenomeno è ormai arrivato a costituire un serio problema per la sostenibilità del sistema e per la qualità e la continuità delle cure. Dunque, come rendere nuovamente attrattivo il lavoro come dipendente della sanità pubblica? Vogliamo introdurre la possibilità di una contrattazione di secondo livello nel SSN volta a favorire l’ingresso dei giovani professionisti della salute nel mondo del lavoro, che tenga conto anche dell’elevata eterogeneità del territorio e delle mansioni svolte dalle diverse figure.

MEDICINA DI PROSSIMITÀ: SEGUIRE IL PAZIENTE DA VICINO

Sempre più spesso recarsi in un ospedale lombardo rischia di diventare un’esperienza di non-cura: l’endemica carenza di personale medico-sanitario prolunga le liste di attesa e costringe gli operatori a lavorare sotto pressione e con tempistiche inadeguate a portare avanti un processo di cura. Occorre dunque scommettere sulla medicina di prossimità, a partire dall’investimento sulle case della salute e sul territorio, favorendo i processi di cura domiciliare con beneficio sia per il paziente che per la sostenibilità del sistema. Per questo motivo appare fondamentale sviluppare una sinergia tra poli ospedalieri e la retea dei medici di medicina generale, veri garanti della continuità di cura sul territorio di cui necessitano sempre più pazienti cronici.

AUMENTARE L’OFFERTA NON BASTA: UNA GESTIONE OCULATA DELLE RISORSE

Per conservare il privilegio di un sistema sanitario che si prenda cura di tutti non basta costringere gli ospedali ad aumentare la propria attività. Questo tentativo operato dalla giunta Fontana negli ultimi anni ha infatti avuto il risultato di stressare ulteriormente il delicato equilibrio instauratosi a seguito delle prime ondate della pandemia senza apportare i benefici sperati. Occorre dunque ripartire in prima battuta da nuovi investimenti in sanità che riguardino innanzitutto la retribuzione e le tutele del personale sanitario. In secondo luogo occorre identificare nuovi sistemi per il riconoscimento della qualità delle cure volti a riaffermare il principio della competizione tra pubblico e privato secondo un modello di equità che faccia i conti non solo con il bilancio degli enti sanitari ma anche con la necessità di progetti di cura che siano personalizzati in base al bisogno del cittadino.

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Con Filippo Campiotti, organizzato da Cinefabrique

Perché mettersi in gioco in politica?

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Dialogo con il candidato

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